L’instabilità nel mercato del lavoro ha importanti conseguenze sulle decisioni in materia di fecondità, soprattutto in Europa meridionale, dove la precarietà occupazionale ostacola la transizione alla genitorialità.
In un nuovo Working Paper, Giammarco Alderotti, Raffaele Guetto, Paolo Barbieri, Stefani Scherer e Daniele Vignoli analizzano le conseguenze dell’insicurezza occupazionale sulla fecondità compiuta per uomini e donne in Italia. Vengono esaminati in particolare gli esiti di fecondità a 41 anni o più tra le coorti che hanno sperimentato la deregolamentazione del mercato del lavoro (nati nel periodo 1966-1975) rispetto alla coorte precedente (nati nel 1951-1965).
I risultati mostrano come carriere lavorative frammentate e periodi di lavoro atipico comportino una minore probabilità di diventare genitori e un minor numero di figli rispetto a carriere continuative e stabili. Questo suggerisce – per la prima volta – che la conseguenza dell’aumento dell’instabilità nel mercato del lavoro sulla fecondità non è solo una questione di tempi, ma anche di quantità, almeno per quanto riguarda il caso italiano. Questo è vero soprattutto per gli uomini e per le coorti più giovani.